Chi è e cosa fa lo “Startup Advisor”: parla Monica Fontana, dottore commercialista

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Chi è e cosa fa lo “Startup Advisor”: parla Monica Fontana, dottore commercialista

Inizia il viaggio di VenetoUP nel mondo dell’innovazione, grazie agli interventi di professionisti, giornalisti, startupper, imprenditori e altri attori del panorama italiano.

A raccontare la sua attività professionale, specialmente come advisor di startup, è Monica Fontana, dottore commercialista e revisore legale dei conti con un notevole background alle spalle. Dal 2007 il suo lavoro si è concentrato nell’ambito delle procedure concorsuali e delle ristrutturazioni, in materia di redazione dei piani di risanamento del debito e di concordati preventivi, e dal 2012 è iniziato il percorso di avvicinamento all’ecosistema delle realtà innovative. Monica Fontana è presidente, dal 2018, della Commissioni Studi per le Aggregazioni, reti di impresa e startup innovative dell’Ordine di Vicenza e collabora con fondi di venture capital italiani ed esteri (tra gli altri, dal 2020, è Advisor e Mentor di Boost Heroes). Segue molte aziende, localizzate soprattutto al di fuori del Veneto, tra cui ora forse la più conosciuta Winelivery (app per la consegna a domicilio di vini e drink).

In cosa consiste la sua attività di advisor?

“Il focus della mia attività di advisor si presta al servizio del giovane (ma anche della figura più senior che vuole reinventarsi) che vorrebbe trasformare in un progetto un’idea innovativa, e che spesso e volentieri trova difficoltà nell’avvio di una startup. Il mio ruolo è di affiancamento, dal punto di vista societario, amministrativo e contabile, nonchè di supporto nella redazione del business plan, nella ricerca e sviluppo di finanza anche agevolata”.

Come si relaziona con il giovane che vuol avviare una startup?

“Seguo e aiuto il neo imprenditore sin dalle prime fasi del progetto, allo scopo di accompagnarlo nel processo di crescita. Mi impegno a supportarlo anche nelle prime ma essenziali attività
preliminari, come ad esempio negli incontri con gli istituti di credito, soggetti indispensabili per la
creazione dell’attività e per i quali si necessita essere in possesso di specifiche competenze
tipiche del sistema finanziario, ma anche accompagnandolo durante le attività necessarie per il
crowfunding. Insomma, il mio non è solamente un lavoro d’ufficio. Cerco di far sentire il cliente rassicurato e non abbandonato a se stesso: ecco perchè è mia premura dare risposte nel più breve tempo possibile, essere sempre disponibile e propositiva, magari presentando delle iniziative di mia sponte. Inoltre, l’esperienza acquisita mi permette di assistere gli imprenditori nella gestione e prevenzione dei rischi delle loro attività, riuscendo a individuare e intervenire nelle aree di potenziale esposizione”.

Qual è la principale difficoltà che incontra chi oggi vuol fare impresa?

“Sicuramente tutto il ventaglio che comprende burocrazia e finanza. Mi soffermo spesso a spiegare, in parole semplici, la legislazione al fine di rendere la persona che ho davanti consapevole della scelta che sta facendo. Questo perchè lo startupper, in prima persona, dimostra di voler capire la strada che vorrebbe intraprendere”.

Chi avvia un’impresa, invece, quali errori tende a commettere maggiormente?

“Uno degli errori iniziali più frequenti è la mancanza di una divisione precisa dei compiti dei componenti della startup, ovvero conoscere da subito chi fa cosa. In una startup sono presenti solitamente diversi soggetti con differenti skills, generalmente amici o conoscenti piuttosto che persone con una forbice di differenza d’età: l’importante è trovare dal principio la giusta quadra, sia dal punto di vista imprenditoriale che personale, onde evitare di far ricadere sull’impresa le conseguenze di eventuali disaccordi o divergenze, anche a livello generazionale. Inoltre, ritengo ci siano startupper che non focalizzano l’attenzione in un unico progetto, sviluppandone un altro senza portare a compimento quello precedente. Ne deriva uno spreco di risorse e di energie. Importante infatti è l’attività di advisoring; più volte ho visto buoni progetti trasformarsi in nulla di fatto”.

Quali settori potrebbero essere più interessanti per il prossimo futuro?

Nel nostro Paese, credo possano trovare conferma i settori che in questo momento stanno andando per la maggiore, ovvero l’ecommerce, il food e l’ambito sanitario. L’ecommerce in Italia andrà potenziato e sviluppato, e continuerà di sicuro a crescere seguendo il modello estero; il food cambierà nella modalità, con la sperimentazione di idee innovative; l’ambito sanitario, sicuramente visto il periodo particolare che stiamo passando. Ritengo molto importante anche per la mia attività capire come si muovono altre realtà estere. Infatti, sono solita a viaggiare per lavoro, in particolare negli Usa, allo scopo di capire come si muove il mercato delle startup e non solo, creo legami con colleghi e realtà estere in modo da instaurare un rapporto di collaborazione fruttuoso per gli imprenditori che si rivolgono a me”.

E’ cambiato qualcosa, relativamente al suo lavoro, nel periodo condizionato pesantemente dall’emergenza sanitaria?

“No, non è cambiato molto rispetto ai mesi precedenti, se non l’approccio vis a vis che è venuto
meno per ovvie ragioni. Nonostante il lockdown, ho preso contatti con imprenditori al di fuori
della regione Veneto che mi hanno cercata sebbene non avessimo mai avuto modo di
incontrarci di persona”.

Di 


(FONTE: VenetoUp https://venetoup.com/2020/05/26/chi-e-e-cosa-fa-lo-startup-advisor-parla-monica-fontana-dottore-commercialista/)

 

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